Proteine Della Soia

Le proteine della soia sono tra le migliori proteine di origine vegetale, in particolare le isolate, sono le più raffinate e dal valore biologico più alto. Un’ottima fonte di proteine ​​sia per i vegetariani che per i vegani, così come per coloro che evitano i latticini, senza colesterolo e con pochissimi grassi saturi.


Proteine della soia: cosa sono

Come noto, la soia è una piccola pianta appartenente alla famiglia delle Leguminose, di cui fanno parte anche fagioli, lenticchie, ceci, fave, lupini ed altre specie. È un alimento unico che è ampiamente studiato per i suoi effetti estrogenici e anti-estrogenici sul corpo. Gli studi possono sembrare presentare conclusioni contrastanti sulla soia, ma ciò è in gran parte dovuto all’ampia variazione nel modo in cui la soia viene studiata. I risultati di recenti studi sulla popolazione suggeriscono che la soia ha un effetto benefico o neutro su varie condizioni di salute. In realtà, la soia è una fonte di proteine ​​​​densa di nutrienti che può essere tranquillamente consumata più volte alla settimana, e probabilmente più spesso, ed è probabile che fornisca benefici per la salute, specialmente se consumata come alternativa alla carne rossa e trasformata. I semi di soia hanno fornito proteine ​​attraverso i cibi tradizionali nelle diete asiatiche per oltre mille anni. Oggi, nuovi processi consentono di isolare le proteine ​​della soia, ampliando il loro potenziale per le applicazioni alimentari e di integrazione alimentare.

Proprietà delle proteine della soia

L’importanza della soia deriva dal fatto che i suoi semi (noti anche come fagioli del Giappone) contengono sostanze nutritive di elevato valore in abbondanza. Di tutti i legumi, questi semi sono quelli con più alto valore nutrizionale. Se esaminiamo la composizione dei semi così come sono (crudi) scopriamo che hanno un contenuto d’acqua piccolo, circa il 10%; i carboidrati si attestano sul 20-24% (di cui zuccheri 10%); grassi 20% (con assenza totale di colesterolo), quasi tutti insaturi (90% circa); proteine 40% (quasi il doppio dei semi delle altre leguminose); fibre 10-12%. Per quello che riguarda i minerali va sottolineato che nei semi vi è uno scarso contenuto di sodio, mentre buoni sono i livelli di potassio, ferro, calcio e fosforo. Tra le vitamine sono presenti B1, B2 e B3 (niacina) in modesti quantitativi. Da quanto sopra esposto è facile comprendere che i semi di soia rappresentano una importante fonte di nutrienti ed una materia prima oggi insostituibile sia per l’industria alimentare che di altri settori. Non deve sorprendere il fatto he oggi la produzione di semi di soia rasenta nel mondo i 400 milioni di tonnellate annue. Dalla soia otteniamo vari oli e loro derivati (es.: lecitine); farine per uso umano e zootecnico (mangimi); varie bevande, tra cui il latte di soia; salse e la lista potrebbe continuare ancora molto.

Proteine di soia negli integratori alimentari

Nel settore degli integratori alimentari, in particolare quelli utilizzati in ambito sportivo, si sono diffusi da qualche decennio prodotti a base di proteine di soia. Queste proteine vengono ottenute dalla materia che residua dopo aver “sgrassato” completamente (si utilizzano vari solventi) i semi di soia deidratati. Questo residuo ha un tenore proteico di circa il 50 % e per isolare le proteine vere e proprie si utilizzano vari procedimenti che utilizzano estrazioni e coagulazione delle medesime. Quello che a noi importa è il fatto che a fine processo le proteine isolate di soia possono arrivare ad un tenore di “purezza” del 90% ed oltre. Tuttavia, per arrivare ad un utilizzo umano diretto di questo prodotto si sono dovuti superare altri ostacoli, primo fra tutti la possibilità di ottenere una polvere proteica facilmente solubile/disperdibile in acqua. Questo problema è stato in buona parte superato con processi di “istantaneizzazione” (come lo “spray dray”, l’essicamento a spruzzo) delle proteine. Un altro problema (almeno agli inizi) per l’uso delle proteine di soia negli integratori alimentari derivava dalle loro caratteristiche organolettiche non troppo esaltanti in termini di gradevolezza al palato. Recentemente, con proteine a marchio Supro®, anche questo aspetto è stato migliorato di molto. Questo spiega il quasi totale utilizzo di proteine di soia a marchio Supro® negli integratori alimentari dedicati agli sportivi.

Questioni sull’utilizzo di proteine di soia in ambito sportivo

Per quanto riguarda l’utilizzo delle proteine di soia, fin da subito si sono sollevati due problemi: il primo, di carattere generale, riguarda lo scarso contenuto di metionina in queste proteine. Ricordiamo che la metionina è un amino acido essenziale (l’organismo umano non è in grado di produrlo) ed il fabbisogno dovrebbe essere soddisfatto solo tramite gli alimenti nella dieta.  Il secondo problema, di carattere più specifico (riguarda sostanzialmente solo coloro che praticano il body building), si riferisce al fatto che le proteine di soia contengono alcuni isoflavoni (poche decine di milligrammi per ogni 100 grammi) già presenti nei semi (es.: genisteina, daidzeina, gliciteina, …). A questi isoflavoni vengono ascritte molte proprietà tra cui quella di avere anche una lieve attività di tipo estrogenico. Ricordiamo che un ormone estrogeno (es. estradiolo) ha molti effetti sull’organismo tra i quali lo sviluppo ed il mantenimento di caratteri sessuali femminili e l’aumento del deposito di grassi in varie aree del corpo.

Nonostante lo scarso contenuto di metionina, le proteine della soia sono comunque ritenute proteine di altissima qualità ed altissimo valore nutrizionale. Le ragioni che portano a questa conclusione (ascrivibile all’Organizzazione Mondiale della Sanità: OMS) derivano dal fatto che le proteine della soia contengono tutti gli aminoacidi (20 tra essenziali e non) e presentano un’ottima digeribilità. Considerando anche altri parametri, L’OMS ha dato alle proteine della soia lo stesso punteggio/valutazione dato alle proteine del siero del latte, alle caseine, alle proteine dell’uovo. E questo punteggio (“score” in inglese) è il massimo ottenibile da una fonte proteica.

Naturalmente, se qualcuno ancora fosse preoccupato per la scarsa metionina, i sistemi per ovviare a questa limitazione sono vari. Possiamo assumere: i) integratori di metionina direttamente; ii) prodotti a base di amino acidi essenziali (dove la metionina è presente); iii) di tanto in tanto proteine con buoni livelli di metionina (proteine del riso per atleti vegetariani o vegani; proteine del latte o dell’uovo per tutti gli altri).  Alternare, quindi, l’utilizzo primario delle proteine di soia con altre proteine.

Per quanto riguarda la preoccupazione che alcuni atleti manifestano per gli isoflavoni (composti di natura chimica complessa appartenenti al gruppo dei fitoestrogeni) della soia, dobbiamo ricordare che i loro effetti simil-estrogenici sono dose-dipendenti e la loro quantità nelle proteine di soia è molto modesta. Inoltre, se paragonati ad un ormone estrogeno la loro efficacia è dalle 1000 alle 10.000 volte inferiore. Quindi, da un punto di vista farmacologico, se non possiamo negare scientificamente alcuni loro effetti simil-estrogenici, dobbiamo altresì affermare che la probabilità che tali effetti si possano manifestare è praticamente nulla.

Considerazioni finali sulle proteine della soia

Come considerazione generale finale va detto che oggi nel mondo il consumo di soia e derivati (incluse quindi anche le proteine) è in aumento costante (dati OMS). Le ragioni di questo incremento sono sostanzialmente due. La prima è di carattere economico: produrre soia costa relativamente poco. A questo hanno contribuito le varianti OGM utilizzate, che sono molto resistenti a tutti quei fattori che potrebbero minare le rese nella coltivazione di questa specie. Va ricordato che, sebbene vi siano ancora molto riserve nei confronti di varietà OGM, al momento un confronto tra soia OGM e non OGM non ha evidenziato alcuna differenza anche per quanto concerne fattori di preoccupazione per la salute umana. La seconda ragione riguarda la sostenibilità ambientale: gli esperti dicono che produrre un chilogrammo di proteine di soia, oltre a costare meno rispetto ad un chilogrammo di proteine da varie carni, uova e latte, è ambientalmente molto più sostenibile, ad esempio i consumi di acqua e di energia sono inferiori. Di fronte a questo scenario in continuo movimento, sarà nei prossimi decenni che potremo verificare su basi epidemiologiche, nella popolazione mondiale, se la riduzione del consumo di proteine di origine animale a favore di quelle di origine vegetale (soia in primis) sarà il presupposto per un miglioramento o meno della salute e condizioni di vita della specie umana. Sportivi e relative performance inclusi!