Lattosio: una panoramica completa

Che cos’è il lattosio?

Il lattosio è un disaccaride, uno zucchero semplice, composto da una molecola di D-glucosio e da una molecola di D-galattosio legate tra loro da un legame glicosidico (C12H22O11).

Il lattosio è uno zucchero di origine animale, prodotto esclusivamente nelle ghiandole mammarie dei mammiferi.

Questo zucchero lo troviamo nel latte di tutti i mammiferi, che ne rappresenta il 5% in peso di questo alimento.

Il lattosio negli alimenti lo possiamo trovare nel latte e nei suoi derivati come formaggi, ricotta, creme di latte, burro, panna.

Il lattosio è uno zucchero che presenta un indice glicemico inferiore a quello del glucosio, risulta inoltre al palato meno dolce rispetto al saccarosio (zucchero da cucina).

A cosa serve il lattosio?

Il latte è l’unica fonte alimentare per i mammiferi (uomo compreso) nei primi stadi della loro vita. Il lattosio presente nel latte è di fondamentale importanza per i neonati, in quanto risulta essere la principale fonte energetica, necessaria per un corretto sviluppo. Il galattosio oltre a fornire energia, è necessario per un corretto sviluppo del sistema nervoso nelle prime fasi di vita.

In età adulta, il lattosio viene utilizzato principalmente come fonte energetica.

Digestione e assorbimento del lattosio

Il nostro organismo non è in grado di assorbire come tale questa molecola, in quanto non sono presenti nel nostro intestino dei recettori specifici per questo disaccaride. Per poter digerire il lattosio, infatti, sono necessari degli enzimi, le lattasi. La lattasi umana, la “lattosio galattoidrolasi” (prodotta dalle cellule intestinali), è un enzima adibito a scindere il lattosio nelle due molecole che lo compongono. Glucosio e galattosio possono essere assorbiti nella parte superiore dell’intestino (il tenue), entrare nel flusso ematico ed essere utilizzati dal nostro organismo.

Intolleranza al lattosio

Intolleranza al lattosio e sintomi

L’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità del nostro organismo di digerire il lattosio. La lattasi è un enzima abbondantemente prodotto nel primo anno di vita di un individuo, per consentire al bambino di digerire il lattosio presente nel latte materno.

Con il passare degli anni però, alcuni soggetti possono riscontrare una riduzione della produzione di lattasi fino all’assenza della produzione di questo enzima. In queste condizioni, il lattosio non viene digerito, passa inalterato attraverso l’intestino tenue. Nell’intestino crasso il lattosio viene scisso dai microrganismi della flora intestinale, i quali provvedono a digerirlo. Questo processo di fermentazione porta alla produzione di gas e acidi, ciò provoca disturbi di vario tipo come diarrea(o al contrario stitichezza), meteorismo, aerofagia, gonfiori addominali e manifestazioni spastico-dolorose (Margherita D.C. et all. 2019 Lactose Intolerance: Common Misunderstandings).

A seconda di quanta lattasi il soggetto riesce a produrre, la sintomatologia può essere più o meno grave in seguito all’assunzione di questo zucchero. Anche la quantità di lattosio ingerito risulta impattante sulla gravità dei sintomi. Per un soggetto poco intollerante, una piccola quantità di lattosio può non causare nessun effetto indesiderato, mentre per un altro soggetto, la stessa dose può risultare fonte di sintomi rilevanti.

Cause ed epidemiologia

Dopo il primo anno di vita, la quantità di lattasi prodotta da un individuo cala normalmente, in quanto la dieta non si basa più esclusivamente sul latte.

Alcuni soggetti riescono anche in età adulta a mantenere una adeguata capacità di digerire il lattosio e quindi di poterlo assorbire.

Sebbene si pensi che tra i vari fattori che favoriscono l’insorgere di intolleranza al lattosio ci sia il progredire dell’età o il genere, ad oggi gli studi attribuiscono questi fattori ad una condizione genetica che caratterizza una non persistenza della lattasi in età adulta (Rebecca A.L. et all. 2018 Gender, Age, Race and Lactose Intolerance: Is There Evidence to Support a Differential Symptom Response? A Scoping Review). Sempre lo stesso studio sembra suggerire che il consumo di lattosio nella dieta, consenta di ridurre la probabilità di insorgere in intolleranza per chi è già predisposto.

Si stima che nel mondo le persone in età adulta intolleranti al lattosio rappresentino tra il 65 e il 70%. In Italia questo dato sembra essere leggermente inferiore, si stima che un italiano su due non sia in grado di digerire il lattosio in maniera corretta e sufficiente.

Diagnostica, terapia e trattamenti

L’esame più eseguito per diagnosticare l’intolleranza al lattosio è il Breath Test o test del respiro. Il test del respiro è un esame semplice e non invasivo, dove si somministra del lattosio al paziente. In un soggetto intollerante al lattosio in seguito all’ingestione di questo zucchero viene rilasciato nel fiato dell’idrogeno, che è l’indicatore dell’intolleranza. Si può anche eseguire un test genetico per valutarne l’eventuale predisposizione.

Ad oggi non ci sono terapie che permettono di “guarire” da questa condizione.

Le soluzioni principali ad oggi sono l’utilizzo di latte o derivati trattati in modo tale da non contenere lattosio. Non sempre però è possibile trovare prodotti specifici per gli individui che presentano questa intolleranza.

Una valida alternativa sono gli integratori a base di lattasi, come il nostro integratore LATTASI+. Lattasi+ fornisce l’enzima in grado di scomporre il lattosio negli zuccheri che lo compongono. Gli integratori a base di lattasi consentono di digerire gli alimenti che contengono lattosio anche per chi è intollerante, senza avere gli effetti indesiderati.

Dove si trova il lattosio?

Il lattosio è un tipo di zucchero presente naturalmente nel latte e in alcuni prodotti lattiero-caseari. Di conseguenza, gli alimenti che contengono lattosio includono:

  • Latte (di mucca, di pecora, di capra)
  • Yogurt
  • Formaggi freschi come la ricotta
  • Panna
  • Burro
  • Gelato
  • Alcuni tipi di creme e salse

Tuttavia, è importante notare che non tutti i prodotti lattiero-caseari contengono lo stesso quantitativo di lattosio. Ad esempio, alcuni formaggi stagionati come il Parmigiano-Reggiano e il Pecorino Romano hanno un contenuto di lattosio molto basso o nullo, mentre altri formaggi freschi come la mozzarella e il brie ne contengono quantità significative.

Inoltre, il lattosio può essere aggiunto a molti prodotti alimentari come dolciumi, pane, cereali per la colazione, snack salati e preparati per la cottura. E’ importante leggere le etichette degli alimenti per verificare la presenza di lattosio e, se necessario, scegliere alternative senza lattosio o a basso contenuto di lattosio.

Il lattosio fa bene o fa male?

Per le persone che non sono intolleranti al lattosio, il latte non è dannoso e può fornire alcuni benefici nutrizionali, come il calcio e la vitamina D.

Quindi, in generale, se non si è intolleranti al lattosio, non c’è motivo di evitare il latte o i prodotti lattiero-caseari. Tuttavia, se si sperimentano sintomi digestivi dopo aver consumato latte, è importante consultare un medico per valutare la presenza di intolleranza al lattosio e, se necessario, adottare una dieta priva di lattosio o a basso contenuto di lattosio.

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