Cos’è la chetosi e il suo rapporto con il dimagrimento

La chetosi in ambito medico sta ad indicare l’accumulo nel sangue di corpi chetonici, per aumentata chetogenesi.

I corpi chetonici sono dei metaboliti derivanti dai grassi e alcuni aminoacidi (leucina, lisina, fenilalanina, isoleucina, triptofano e tirosina), che si trovano normalmente in piccole concentrazioni nel flusso ematico. I corpi chetonici sono rappresentati da 3 molecole: acetone, acido acetoacetico e acido β-idrossibutirrico.

In condizioni normali, la quantità di corpi chetonici presente nel flusso ematico è estremamente bassa, questi metaboliti vengono facilmente eliminati dall’organismo attraverso le urine e in minima parte dal respiro.

Sebbene derivino principalmente dai grassi, si differenziano dai loro precursori date le piccole dimensioni e la solubilità in acqua; a differenza dei grassi da cui derivano, non necessitano di proteine per poter essere trasportate, quindi il loro trasporto ed eliminazione è più semplice.

L’utilizzo dei grassi come fonte energetica, porta con sé la chetogenesi, che si traduce nella formazione dei corpi chetonici. I corpi chetonici possono essere utilizzati dal corpo come fonte energetica.

In determinate condizioni, i chetoni possono essere utilizzati come fonte energetica e non essere espulsi.

In determinate condizioni però, l’organismo tende a produrre una quantità di corpi chetonici superiore alla velocità con cui essi vengono espulsi o utilizzati.

Queste condizioni possono essere Ottenute in diversi contesti:  

  • di tipo patologico, in chi presenta quindi delle disfunzioni metaboliche come il diabete di tipo 1 o infezioni
  • di tipo transitorio, come nel caso di donne incinte, stress, allenamenti intensi e prolungati,
  • oppure indotti, come nel caso di soggetti alcolisti, o chi pratica dei digiuni o delle diete troppo rigide e a bassissimo contenuto di carboidrati.

Molte persone associano la chetosi alla dieta, in quanto in alcuni contesti come diete rigide e a bassissimo contenuto di carboidrati, si formano grandi quantità di corpi chetonici.

Cosa significa chetosi e come funziona

Con chetosi si intende una condizione in cui nel flusso ematico è presente una elevata quantità di corpi chetonici.

L’organismo (che sia per una condizione patologica o indotta), in determinate condizioni di stress, si vede costretto a utilizzare delle fonti energetiche alternative.

Principalmente la causa di questo fenomeno è dovuta ad un esaurimento delle scorte di glicogeno, il primo “carburante” di riserva che ha l’organismo. L’energia di cui organi e tessuti hanno bisogno deriva principalmente (ma non solo) dal glucosio, che deriva o dalla dieta (durante la digestione e il successivo assorbimento), oppure viene rilasciato dalle scorte di glicogeno muscolare o epatico. Se per un qualche motivo le scorte di glicogeno vengono meno, l’organismo necessita di altre fonti energetiche per continuare a funzionare. Un’importantissima fonte di riserva sono i grassi, da cui traiamo grandi quantità di energia e come sottoprodotto di scarto vengono prodotti i corpi chetonici.

I corpi chetonici, se presenti in elevate quantità, possono portare/portano l’organismo in chetosi. Queste molecole, essendo acide, abbassano il pH del sangue portando l’organismo in chetoacidosi, una condizione patologica acuta.

La chetoacidosi è una complicanza metabolica che può insorgere in un soggetto diabetico che non presta attenzione alla dieta e non segue correttamente i trattamenti.

I sintomi: come si manifesta la chetosi

La chetosi presenta dei sintomi molto variabili a seconda della quantità di corpi chetonici presenti nel flusso sanguigno.

La chetosi, provocata a scopo dietetico, sopravviene in seguito a diete ipocaloriche, con basse quantità di carboidrati ed in seguito ad allenamenti molto intensi e prolungati, dopo che le riserve di glicogeno sono state depauperate. Basti pensare, che nelle linee guida per una sana alimentazione, è consigliato assumere dal 45 al 60% delle calorie giornaliere della dieta derivanti da carboidrati, mentre nelle diete chetogeniche, l’apporto è spesso inferiore del 10%.

Facendo un esempio per un soggetto medio adulto, che necessita di 2000Kcal/die, in una dieta normale è consigliato assumere dalle 900 alle 1200kcal dai carboidrati, contro le 200kcal o meno delle diete chetogeniche.

Le condizioni più comuni sono mal di testa e spossatezza, con una sensazione di sete e xerostomia (bocca secca), nausea e stitichezza.

Altri sintomi sono alito pesante (con sentore di “frutta oltre maturazione” dovuto all’espulsione dell’acetone tramite il respiro), minzione frequente, confusione e difficoltà a concentrarsi, fino ad arrivare al vomito.

Se sfocia in chetoacidosi diabetica invece, i sintomi sono molto più gravi (ricordiamo che è una condizione clinica che può essere riscontrata nei soggetti diabetici che non seguono una dieta corretta e non assumono farmaci per loro indispensabili per vivere); questa condizione può portare fino anche a situazioni cliniche ben più gravi, che richiedono il ricovero ospedaliero. Questa condizione non è ascrivibile ad una persona sana.

La chetosi per dimagrire

La dieta chetogenica sfrutta idealmente i principi della chetosi per dimagrire.

Il principio di base consiste “nell’insegnare” all’organismo a sfruttare al meglio i lipidi (e i corpi chetonici) come fonte energetica al posto dei carboidrati (glicogeno). 

Cos’è la dieta chetogenica

Non esiste un’unica dieta chetogenica, in quanto il principio di base, è quello di insegnare all’organismo tramite un sistema di adattamento, a utilizzare i lipidi come principale fonte energetica per l’organismo. In questo modo, si dovrebbe favorire il dimagrimento, in quanto essendo i grassi la prima fonte di energia utilizzata, sarà anche la principale riserva “bruciata” e quindi destinata a ridursi.

Il principio di base di queste tipologie di diete, si basa (come punto in comune a tutte le diete) nel praticare un deficit calorico: nessuna dieta consente di dimagrire se vengono introdotte nel cronico, più energie rispetto a quante ne vengono consumate.

Come secondo punto focale, si ha un ridotto apporto di carboidrati. È indispensabile nella dieta chetogenica per dimagrire che l’apporto di carboidrati sia insufficiente per ripristinare le riserve di glicogeno muscolare ed epatico. Se ci fosse una sufficiente quantità di carboidrati nella dieta, verrebbero utilizzati come fonte primaria energetica e non si indurrebbe il corpo in chetosi.

Molto variabili invece, sono le quote di grassi e proteine come fonte energetica.

Quello dipende dalla differente dieta che si vuole seguire, come la dieta Atkins, pochi carboidrati e alti grassi ecc. ma il risultato è lo stesso.

La dieta chetogenica: pro e contro

Le diete chetogeniche sono delle diete impattanti sul fisico, pertanto se non eseguite in modo corretto, possono avere diversi effetti collaterali, mentre se si è seguiti da un esperto, che può guidare il paziente nel percorso della dieta, consente di ottenere dei risultati. Cerchiamo di analizzarli più approfonditamente.

La dieta chetogenica fa male?

Sicuramente se eseguita in modo scorretto, come tutte le diete improvvisate, si possono avere degli effetti collaterali: se eseguita in modo scorretto, si rischia in primo luogo di andare incontro a deficit calorici troppo impattanti, andando a rallentare il metabolismo, rendendo inefficace la dieta, stancando l’organismo, entrando in uno stato di stress, oltre ad avere un’insufficiente apporto di micronutrienti.

Queste condizioni portano ad avere poi i sintomi precedentemente elencati: mal di testa, spossatezza, confusione mentale, bocca secca, nausea, stitichezza, alito pesante, minzione frequente e vomito.

In più si rischia di pensare di dimagrire perché si perde molto peso in poco tempo, sebbene quel peso iniziale non sia dovuto ad una perdita di grasso ma di acqua:

tenendo conto che ad ogni grammo di glicogeno vengono associati 3 grammi d’acqua per poter essere immagazzinato, ad ogni kg perso, 750 grammi sono dovuti ad acqua, 250 grammi di glicogeno.

Una persona adulta contiene circa 500 grammi di glicogeno come fonte energetica di riserva. Se facciamo un rapido calcolo, a questi 500 grammi, dobbiamo aggiungerne altri 1500 di acqua.

Se eliminiamo le riserve di glicogeno, quindi, andremo a perdere rapidamente i primi 2kg, senza però aver perso un grammo di grassi, senza tener conto che appena si reintroducono i carboidrati, quei chili persi vengono velocemente ripresi grazie all’acqua immagazzinata assieme al glicogeno.

Inoltre, la spossatezza non consente di allenarsi adeguatamente, riducendo l’efficacia degli allenamenti, oltre a rischiare di mangiare troppe poche proteine se si eccede con i grassi, rendendo difficile la digestione e andando a perdere massa muscolare.

La dieta chetogenica porta benefici?

Se eseguita in modo corretto, se seguiti da personale esperto e qualificato, la dieta chetogenica sembra apportare dei benefici.

In particolar modo stimola l’organismo ad utilizzare anche i grassi come fonte energetica durante la giornata e anche sotto sforzo.

Nel lungo periodo, il peso perso proviene effettivamente dai grassi e non dall’acqua persa.

L’organismo si adatta a questa condizione, impara ad utilizzare i grassi come fonte energetica, mentre il cervello utilizza i corpi chetonici come fonte energetica.

La sensazione di affaticamento dopo le prime settimane sembra diminuire visto che il fisico si è abituato al nuovo regime alimentare.

Da tenere in considerazione che se non si è seguiti in un percorso di dieta chetogenica da personale esperto, si rischia di avere le conseguenze sopracitate e di andare incontro a malnutrizione se non si sanno apportare le giuste quantità di micronutrienti.

Può essere utile per abituare l’organismo a utilizzare tutte le sue fonti di riserva, per quando si torna a seguire un regime alimentare normale, seguito da un’adeguata attività fisica.

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