Titolazione degli attivi: guida alla qualità e all’efficacia

Introduzione 

La scelta di un integratore alimentare è spesso orientata alla ricerca di specifici composti vegetali o micronutrienti. Tuttavia, l’efficacia e la qualità di un prodotto non dipendono solo dalla presenza di un ingrediente, ma dalla quantità misurabile e standardizzata delle sue molecole attive principali. È qui che entra in gioco il concetto fondamentale di titolazione degli attivi.

Questo processo rappresenta la garanzia di qualità più elevata, in particolare per gli estratti vegetali, assicurando che l’integratore contenga effettivamente la dose di sostanza responsabile del beneficio fisiologico, distinguendo un prodotto standard da uno superiore. Comprendere la titolazione è cruciale per fare scelte informate e consapevoli.

La definizione scientifica di titolazione

Che cos’è la titolazione?

In ambito chimico-farmaceutico e nel settore degli integratori, la titolazione è un processo analitico di standardizzazione di un estratto vegetale. A differenza della semplice polvere della pianta (fitocomplesso) o di un estratto generico, l’estratto titolato è quello in cui è stata:

  1. Identificata una o più molecole (o classi di molecole) note come principi attivi o marcatori.
  2. Quantificata la loro concentrazione precisa.

Questa concentrazione è espressa in percentuale o in peso (es. 95% curcumina, 0,5% ipericina).

Ruolo dei principi attivi o marcatori

I benefici fisiologici attribuiti a una pianta non sono dovuti all’intera massa vegetale, ma a specifiche molecole chimiche. Queste sostanze sono definite:

  • Principi attivi (o costituenti attivi): Le molecole direttamente responsabili dell’attività biologica e del supporto fisiologico (es. la curcumina nella Curcuma).
  • Marcatori: Sostanze chimiche con una struttura nota, facilmente misurabili e caratteristiche dell’estratto, utilizzate per standardizzare il contenuto quando il principio attivo è incerto o troppo variabile (es. la silimarina nel cardo mariano è un complesso di molecole, titolato su una di esse).

Il ruolo fisiologico e la standardizzazione

Un’estrazione vegetale non titolata può contenere una quantità variabile e non prevedibile del principio attivo, a causa di fattori come:

  • Lotto di raccolta: condizioni climatiche, terreno, momento della raccolta.
  • Metodo di estrazione: solventi, temperatura, tempo.

La titolazione risolve questa incertezza, garantendo che ogni dose dell’integratore contenga una quantità costante e riproducibile della sostanza attiva. Questo è un requisito fondamentale per correlare la dose assunta con l’effetto di supporto fisiologico atteso.

Meccanismi di azione 

La titolazione non descrive il meccanismo d’azione del principio attivo (es. antiossidante, supporto circolatorio, ecc.), ma è il prerequisito per poter studiare tale meccanismo.

Un estratto non titolato richiede dosi molto più elevate per garantire che si raggiunga la soglia minima di principio attivo necessaria. Un estratto titolato, invece, permette di utilizzare dosaggi più precisi, basati sulle evidenze scientifiche che correlano un certo dosaggio del principio attivo titolato a un determinato supporto fisiologico.

Evidenze scientifiche applicate: dose-dipendenza

Le evidenze scientifiche che supportano i ruoli fisiologici dei componenti vegetali sono spesso basate su studi clinici o in vitro che utilizzano estratti standardizzati o molecole isolate a dosaggi specifici.

  • Validità: Solo un prodotto titolato permette di replicare le dosi utilizzate negli studi, fornendo una base scientificamente valida per l’applicazione nutrizionale.
  • Affidabilità: L’indicazione in etichetta di un principio attivo titolato (es. 100 mg di catechine, di cui il 50% EGCG) fornisce al consumatore un dato oggettivo e confrontabile con la letteratura scientifica.

Applicazioni nutrizionali pratiche

Cosa cerca il consumatore consapevole

Nell’integrazione alimentare, la titolazione è l’elemento che assicura che il prodotto non sia solo un “ornamento” ma un veicolo efficace del composto bioattivo.

Esempio di ingredienteAttivo titolato rilevanteBeneficio fisiologico
Cardo marianoSilimarina (es. 80%)Supporto alla normale funzione epatica e digestiva.
Tè verdeCatechine (es. 90%), di cui EGCG (es. 45%)Azione antiossidante e supporto al normale metabolismo dei lipidi.
Ginkgo bilobaGlicosidi flavonici (es. 24%)Supporto alla normale microcircolazione.

Nota: Il beneficio deve essere sempre descritto in termini di supporto fisiologico generale e mai come trattamento di patologie.

Approfondimenti: biodisponibilità e confronto

L’Importanza della forma chimica per la biodisponibilità

La titolazione garantisce la quantità, ma la biodisponibilità influenza l’assorbimento effettivo. Anche un principio attivo altamente titolato deve essere assorbito per esercitare la sua funzione.

  • Estrazione Selettiva: Il processo di titolazione può talvolta portare all’isolamento di forme chimiche più assorbibili o stabili.
  • Complessi Speciali: Alcuni principi attivi a bassa biodisponibilità (es. curcumina) vengono formulati in complessi (es. fitosomi) che, pur mantenendo un elevato grado di titolazione, ne aumentano l’assorbimento. L’etichetta deve chiarire la forma e la titolazione dell’attivo nella forma complessa.

Leggere l’etichetta: estratto secco vs. estratto titolato

Il consumatore deve imparare a distinguere tra le diciture in etichetta:

  • Estratto secco (E.S.): Indica che la pianta è stata concentrata, ma non garantisce il contenuto di attivo. Spesso è seguito da un rapporto di estrazione (es. 4:1), che indica la quantità di pianta di partenza usata per l’estratto finale.
  • Estratto titolato: Indica la percentuale o la quantità esatta del principio attivo misurabile (es. “Estratto secco di zenzero, titolato al 5% in gingeroli”). Questa è l’informazione chiave per valutare la qualità.

FAQ

La titolazione è obbligatoria per tutti gli integratori?

No, la titolazione è una scelta di qualità e standardizzazione. È tipica e cruciale per gli estratti vegetali complessi. Per vitamine e minerali (micronutrienti) la quantità dichiarata è generalmente la molecola pura o il suo sale/forma biodisponibile, e la titolazione non si applica nello stesso modo.

Se un prodotto non è titolato, significa che è inefficace?

Non necessariamente, ma è meno prevedibile. Un estratto non titolato (fitocomplesso) contiene l’intera sinergia delle molecole della pianta, ma la dose di principio attivo può variare significativamente tra i lotti. Un prodotto titolato offre una maggiore garanzia di costanza e affidabilità, in linea con le evidenze scientifiche.

Qual è il riferimento normativo per la titolazione in etichetta?

La titolazione è un’informazione obbligatoria ai sensi del Regolamento (UE) 1169/2011 se è il principio attivo a conferire l’attributo nutrizionale o salutistico. Secondo le Linee Guida del Ministero della Salute italiano, è fondamentale che la denominazione dell’ingrediente sia seguita da una chiara indicazione della sostanza caratterizzante per gli estratti vegetali, a tutela del consumatore.

Conclusione 

La titolazione degli attivi non è un dettaglio, ma la pietra angolare della qualità, dell’affidabilità e dell’efficacia prevedibile nel settore degli integratori alimentari, specialmente quelli a base di estratti vegetali.

Essa garantisce che il prodotto acquistato non si basi solo sul nome botanico, ma su una quantità definita e misurabile della molecola che la scienza riconosce come responsabile del supporto fisiologico. Per l’utente, scegliere un prodotto titolato significa basare la propria integrazione su presupposti scientifici solidi, allineati agli studi di riferimento. Rappresenta l’impegno del produttore verso la trasparenza e la rigorosità analitica.

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