Proteine idrolizzate: cosa significa?

L’idrolisi è un procedimento attraverso la quale le proteine sono frammentate in molecole di dimensioni ridotte, ovvero di-peptidi, tri-peptidi e oligo-peptidi, emulando il risultato dell’azione digestiva che il nostro organismo effettua sulle proteine a livello gastrointestinale.
Ciò è possibile tramite l’azione di alcuni enzimi proteolitici, ovvero particolari proteine capaci di rompere i legami di altre proteine e quindi di ‘spezzettarle’.
I peptidi così ottenuti, mantengono sempre lo stesso profilo amminoacidico della proteina da cui derivano.

Tuttavia, essendo già ‘parzialmente digerite’, il tempo di permanenza nello stomaco delle proteine idrolizzate è notevolmente ridotto e possono arrivare velocemente nell’intestino tenue dove i di-peptidi e i tri-peptidi che le compongono possono essere assorbiti nel circolo sanguigno molto velocemente, anche più anche più degli amminoacidi singoli (Adibi & Morse, J Clin Invest, 1971). Sfruttando questi meccanismi si può, tramite l’assunzione delle proteine idrolizzate, ottenere un notevole aumento degli amminoacidi liberi nel sangue già dopo mezz’ora.

L’atleta può quindi sfruttare queste caratteristiche e pianificare una precisa strategia di assunzione del prodotto in relazione alla richiesta muscolare prima, durante e dopo lo sforzo.
Infatti le proteine idrolizzate permettono un assorbimento praticamente istantaneo da parte del corpo, consentendo di sfruttare al massimo la cosiddetta “Finestra Anabolica”, ossia quel lasso di tempo che si apre dopo l’esercizio, durante il quale i nutrienti vengono assimilati più efficacemente e nella quale è massimale la sintesi proteica muscolare degli atleti, anche per effetto del rilascio fisiologico di ormoni anabolizzanti (es: insulina).

Va infine ricordato che durante l’idrolisi enzimatica delle proteine del siero del latte vengono rilasciati alcuni peptidi bio-attivi dai poteri antiossidanti (Mann et al, JFST, 2015). Ciò aggiunge alle proteine del siero di latte idrolizzate una proprietà vantaggiosa per il soggetto sportivo, nel quale l’aumentata richiesta di ossigeno [10-20 volte maggiore rispetto al soggetto sedentario (Brooks & Fahey, Exercise Physiology, 1984)] risulta anche in aumentata produzione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS), i quali, se non appropriatamente ‘disinnescati’, danneggiano il tessuto muscolare.

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Modo d’uso: 3 misurini (30 g) in 80-100 ml di acqua o latte magro.

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